«Palestina libera, Palestina libera!» gridano gli studenti mentre Sergio Mattarella scende dall’auto presidenziale, rallenta il passo per ascoltare il coro della protesta e poi varca la soglia del Rettorato dell’università La Sapienza. Si celebra l’XI giornata del laureato e i ragazzi dei collettivi studenteschi, mobilitati da undici giorni in presidio per Gaza, hanno scritto una lettera al capo dello Stato per interpellarlo «in quanto garante della democrazia, che, all'interno dell'università, ci è negata». Le ragazze e i ragazzi radunati al «pratone», punteggiato da otto mesi da decine di tende che simboleggiano la mobilitazione, lamentano di aver chiesto invano ai vertici dell’ateneo uno «spazio di dialogo» per gridare il loro dolore per i 35 mila morti in Palestina: «Le uniche risposte che abbiamo ottenuto sono state silenzi, fughe e manganelli in maniera indiscriminata». I collettivi chiedono che l’università prenda «provvedimenti sui legami che i nostri atenei intrattengono con l'industria bellica e con le Università israeliane» e chiedono a Mattarella un incontro. Proprio lì, davanti alle tende, vicino allo striscione con su scritto «Italia e Sapienza complici del genocidio». (monica guerzoni)