Blitz degli agenti della DIGOS guidati da Carlo Mossuto e della squadra mobile della questura di Agrigento guidata da Alfonso Iadevaia che ha portato nella notte 12 notifiche cautelari. Sei gli arresti in carcere, cinque ai domiciliari e un obbligo di dimora. Tutti gli indagati sono funzionari del comune, fra di loro anche un architetto e un agente di polizia municipale. Pesanti le accuse che hanno investito l'ufficio tecnico del comune di Agrigento e il settore urbanistico. Si spazia dall'associazione a delinquere, corruzione, truffa e all'abuso di ufficio. Gli arrestati sono Luigi Zicari 59 anni, Pietro Vullo 42 anni, Roberto Gallo Afflitto 41 anni, Salvatore Troisi 56 anni, Giuseppe Gallo Carrabba 55 anni tutti di Agrigento e Giorgio Parrino di 55 anni, quest'ultimo di Agrigento ma residente a Favara. Agli arresti domiciliati sono finiti invece gli agrigentini Giuseppe Gallo 43 anni Alfonso Vullo 34 anni, Pasquale Farruggia di 56 anni, Emanuele Navarra di 62 anni e Gerlando Tuttolomondo di 74 anni, quest'ultimo di Santa Elisabetta ma residente ad Agrigento. L'obbligo di dimora è stato imposto all'agente della polizia municipale Rosario Troisi mentre per Sebastiano di Francesco, nato a Livorno ma residente ad Agrigento, è scattato la sospensione dal pubblico ufficio fino al 30 novembre, giorno in cui sarà interrogato. I provvedimenti sono stati emessi dal GIP Alberto Davico del Tribunale di Agrigento, su richiesta di Ignazio Fonzo, Procuratore Aggiunto e dal sostituto procuratore Luca Sciarretta. Renato di Natale, Procuratore Capo di Agrigento ed il Questore Giuseppe Bisogno, hanno diretto le indagini che hanno travolto gli impiegati comunali. Le attività investigative erano iniziate un anno e mezzo fa ed hanno scoperchiato un autentico vaso di Pandora che nascondeva atti illeciti basati su permessi edilizi. Due soci dello studio Associato DVG, si sono avvalsi della collaborazione di dirigenti compiacenti dell'UTC che, sotto compenso secondo l'accusa, rilasciavano falsi certificati, finte documentazioni e rivelando in alcuni casi segreti di ufficio. Da quanto emerso nella conferenza stampa svoltasi stamattina in Procura i cittadini che richiedevano il rilascio di concessione edilizia, versano ai responsabili dell'UTC una tangente che variava dai 400 ai 2 mila euro. Le mazzette venivano consegnante ai responsabili anche negli uffici comunali. E' stato altre comunicato che in alcune circostanze i certificati di rilascio venivano redatti in sede diverse da quelle comunali. Le indagini, che hanno smosso il comune, sono ancor in corso e nei prossimi giorni non si escludono ulteriori sviluppi.