Ruoppolo Teleacras - La faida dello Jato

Bestiacane 2012-12-13

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Il servizio di Angelo Ruoppolo Teleacras Agrigento del 21 ottobre del 2008. Riunione in Procura a Palermo dopo il tentato omicidio di Nicolò Salto a Borgetto. Incombe la faida nella Valle dello Jato. In guerra il superlatitante Domenico Raccuglia (per il video seleziona Alta qualità in basso a destra dello schermo).
Ecco il testo:
Tra Palermo e la sua provincia si addensano le stesse nuvole come quando dopo l'omicidio di Nicolò Ingarao. Il delitto del presunto capomafia di Porta Nuova, il 13 giugno del 2007, fu l'atto di dichiarazione di guerra di Salvatore Lo Piccolo contro il gruppo nemico capeggiato da Nino Rotolo. Poi, "Toto il Barone" è stato arrestato e la faida è stata interrotta bruscamente dai Poliziotti della Squadra mobile che hanno assediato il covo di Giardinello la mattina del 5 novembre. Adesso un altro temporale si solleva minaccioso sui cieli di Palermo verso il triangolo di San Giuseppe Jato, Borgetto e Partinico, dove in Ospedale è ricoverato lui, Nicolò Salto. E' in prognosi riservata. Sabato sera gli hanno sparato 3 colpi di pistola calibro 9, poi sono fuggiti pensando che fosse morto. E invece no. I medici gli hanno estratto due proiettili dalla spalla destra ed uno dalla gamba e lui è vivo. Ha 53 anni e gli ultimi 11, fino a giugno, li ha trascorsi in carcere per associazione mafiosa. In Procura il capo, Francesco Messineo, ha riunito i colleghi della Direzione distrettuale antimafia, così come dopo l'omicidio di Ingarao. Secondo gli inquirenti, infatti, l'agguato di Borgetto è una battaglia della guerra per il controllo del territorio che si è scatenata, ormai da mesi, tra il clan Giambrone ed il boss latitante Mimmo Raccuglia, a cui sarebbe legato Nicolò Salto. Lui, Domenico Raccuglia, è originario di Altofonte, ha 44 anni, è stato già condannato all'ergastolo ed è inserito nella lista dei 30 latitanti più pericolosi di tutta Italia. Raccuglia sarebbe un colonnello dei fratelli Vitale, fedeli corleonesi adesso in carcere, ed è tra i boss palermitani più ricercati, insieme a Gianni Nicchi e Giovanni Motisi. Indagini complesse. Si tratta di capire, costruire e collegare un mosaico di eventi, un tassello dopo l'altro. A Borgetto, lo stesso paese di Nicolò Salto, il 31 ottobre del 2007 è stato ucciso Antonino Giambrone, un gommista di 36 anni, nipote del presunto capo clan, Giuseppe Giambrone, ritenuto già alleato di Salvatore Lo Piccolo e fedele a Provenzano. Pochi mesi prima, il 15 luglio del 2007, a Partinico è stato ucciso Giuseppe Lo Baido, anche lui di 36 anni, imprenditore ritenuto vicino a Domenico Raccuglia. Ed il 12 febbraio scorso, a Partinico, sono stati uccisi due fratelli imprenditori, Giuseppe e Gianpaolo Riina, di 37 e 31 anni, figli di Salvatore Riina, ucciso il 19 giugno del 98 perchè in contrasto con il clan dei fratelli Vitale. Adesso, dopo il tentato omicidio di Nicolò Salto, fischiano tante altre orecchie.

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