Anche l’abdicazione deve sottostare alle regole della democrazia. Re Juan Carlos dovrà attendere il voto di oggi, alla Camera, nei prossimi giorni al Senato, per essere davvero “ex”.
Le “dimissioni” del sovrano sono previste dalla Costituzione spagnola del 1978, ma mancava una legge che ne regolasse la procedura. Il governo di Mariano Rajoy ha varato un decreto che deve essere votato, con scrutinio palese, dai due rami del Parlamento.
L’approvazione apre la via alla successione al trono da parte del principe Filippo. Scontata, perché oltre al sostegno dei popolari c‘è anche quello dei socialisti.
Il suo effetto sarà un sostanziale stop al dibattito tra i favorevoli alla monarchia e i fautori della repubblica. Motivo per cui c‘è l’avversione di forze di minoranza come Izquierda unida e indipendentisti catalani, che
torneranno a chiedere un referendum popolare per decidere la forma dello Stato.
Qualche voce critica non manca anche nel partito socialista. La portavoce alla Camera Soraya Rodriguez ha ricordato che in questo caso “non esiste libertà di voto”, rispondendo a una fronda di tre deputati malpancisti.