Il dramma delle donne yazide: suicide per non diventare schiave sessuali dell'IS

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Haydar Khalif e Khaled Wase appartengono alla minoranza curdofona yazida, considerata eretica dall’ISIS.

Dopo quattro mesi sono tornati ad Hardan, nel nord dell’Iraq. Cercano parenti e amici ancora in vita, in quello che resta del loro villaggio conquistato ad agosto dai miliziani dell’autoproclamato Stato Islamico e ora liberato dai peshmerga curdi.

Ma quello che trovano sono resti umani, segni di roghi. E degli strani tumuli, che i due uomini interpretano senza alcun dubbio: sono fosse comuni.

“Non sappiamo quanta gente si trova qui, ma ci hanno detto che 530 persone del nostro villaggio sono state arrestate”, afferma Khalif, che dice di sapere anche che almeno una cinquantina di loro sono state uccise, compresi bambini, anziani e donne.

Sul dramma delle yazide, Amnesty International ha pubblicato un rapporto che parla di suicidi di numerose giovani, anche minorenni. La loro scelta estrema per non diventare schiave sessuali degli jihadisti.

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