Hebron si prepara ad un aumento della tensione, dopo la conferma dell’avallo preliminare all’estensione del quartiere ebraico nella città a maggioranza palestinese.
Si tratta di poche case, secondo quanto rivelato dalla stampa israeliana. Ma la zona è particolarmente problematica non solo perché da sempre focolaio di tensioni, ma anche perché si tratta di parcelle finora utilizzate a scopi militari, benché di proprietà privata.
“Il governo di Netanyahu ha deciso di espandere l’insediamento nel cuore di Hebron, uno degli insediamenti più cruciali e controversi. E lo fanno piegando le leggi e concedendo ai coloni di insediarsi in una base militare, cosa che non ha precedenti e che pensiamo che sia pessima per Israele e pessima per una futura soluzione a due Stati”, commenta una dirigente locale di Peace Now.
I favorevoli alla costruzione sottolineano che si tratta di parcelle proprietà di ebrei sin da prima della nascita di Israele.
È stata però una decisione della Corte Suprema, anni fa, a stabilire il divieto alla costruzione di insediamenti in terre usate a fini militari, proprio perché queste terre possono essere requisite con criteri diversi da quelli ordinari, e la questione della proprietà è raramente semplice da verificare.